La preeclampsia, una malattia ipertensiva di nuova insorgenza della gravidanza, è associata a rischio di malattie cardiovascolari nel corso della vita, ma poco si sa sul rischio dopo altri episodi di ipertensione correlati alla gravidanza.
La Northern Finland Birth Cohort 1966 includeva tutti i nati attesi in 1 anno ( n=12.055 donne ).
Le misurazioni della pressione e di altri dati prospettici sono state determinate da registri delle cure prenatali e da questionari per 10.314 donne.
Le diagnosi successive sono state accertate dai registri finlandesi ( periodo osservazionale medio, 39.4 anni ).
Gli hazard ratio aggiustati ( HR ) e i rischi stimati nelle donne ipertese sono stati confrontati con quelli delle donne normotese.
L'ipertensione durante la gravidanza è stata associata a un aumento del rischio di successiva malattia cardiovascolare e di ipertensione arteriosa.
Le donne con ipertensione cronica e sovrapposta preeclampsia / eclampsia hanno dimostrato un alto rischio di malattie future.
L’ipertensione gestazionale è risultata associata a un aumentato rischio di cardiopatia ischemica ( HR=1.44 ), infarto miocardico ( HR=1.75 ), morte da infarto miocardico ( HR=3.00 ), insufficienza cardiaca ( HR=1.78 ), ictus ischemico ( HR=1.59 ), malattia renale ( HR=1.91 ) e diabete mellito ( HR=1.52 ).
L'ipertensione sistolica isolata è stata associata a un aumento del rischio di morte da infarto miocardico ( HR=2.15 ), insufficienza cardiaca ( HR=1.43 ) e diabete mellito ( HR=1.42 ), mentre l’ipertensione diastolica isolata è risultata associata a un aumentato rischio di cardiopatia ischemica ( HR=1.26 ).
I risultati sono stati simili nelle donne non-fumatrici di età minore di 35 anni con peso normale e senza diabete mellito durante la gravidanza.
In conclusione, una elevata pressione sanguigna durante la gravidanza, a prescindere dal tipo e anche senza fattori di rischio noti, segnala un alto rischio di successiva malattia cardiovascolare, malattia renale cronica e diabete mellito.
Le donne con ipertensione in gravidanza potrebbero trarre vantaggio dal monitoraggio clinico, dalla valutazione dei fattori di rischio e dall'intervento precoce. ( Xagena2013 )
Männistö T et al, Circulation 2013; 127: 681-690
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