È stato compiuto uno studio per valutare gli esiti materni dopo sutura di compressione uterina e per caratterizzare i fattori di rischio per il fallimento della procedura, definito come casi che sono progrediti fino all’isterectomia.
Lo studio prospettico ha riguardato una popolazione di 1.2 milioni di donne in gravidanza utilizzando lo UK Obstetric Surveillance System per identificare tutte le donne nel Regno Unito che avevano partorito nel periodo 2007-2009, ed erano state trattate con suture di compressione uterina.
In tutto, 211 donne sono state trattate con una sutura di compressione uterina per controllare l'emorragia post-partum.
Il tasso generale di fallimento che ha portato a isterectomia è stato del 25%; non vi sono state differenze significative nei tassi di insuccesso tra suture B-Lynch, suture B-Lynch modificate e altre tecniche di sutura.
Le donne hanno avuto una maggiore probabilità di subire un’isterectomia se avevano un’età di 35 anni o superiore ( 33% contro il 20% tra le donne con età inferiore a 35 anni ), se erano pluripare ( 33% contro il 14% tra le nullipare ), se erano disoccupate o se svolgevano lavori routinari o manuali ( 28% contro il 17% tra le donne con ruoli manageriali o professionali ), se avevano avuto un parto vaginale ( 47% contro il 22% tra le donne con parto cesareo ), o se avevano avuto un ritardo compreso tra 2 e 6 ore dal parto alla sutura di compressione uterina ( 42% contro il 16% tra le donne con un ritardo inferiore a 1 ora ).
In conclusione, un ritardo prolungato di 2-6 ore tra il parto e la sutura di compressione uterina è risultato indipendentemente associato a un aumento di 4 volte della probabilità di andare incontro ad isterectomia.
Questi dati sottolineano la necessità di un’attenta valutazione delle perdite di sangue dopo il parto per evitare qualsiasi ritardo prolungato nel riconoscimento dell’emorragia. ( Xagena2011 )
Kayem G et al, Obstet Gynecol 2011; 117: 14-20
Gyne2011 Chiru2011