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Trattamento chirurgico dei fibromi uterini: modalità per preservare l’organo


I fibromi uterini sono le più comuni neoplasie della pelvi femminile. Generalmente in circa il 50% dei casi i fibromi rimangono asintomatici e possono essere tenuti sotto osservazione attraverso regolari visite di follow-up.
I fibromi sintomatici richiedono, in alcuni stadi, l’intervento chirurgico.

I fibromi si verificano nel 25-50% delle donne di età superiore ai 30 anni, e questa percentuale aumenta con l’età, ed è più comune nelle donne di alcune popolazioni etniche, come la afro-caraibiche.

I fibromi hanno un grande impatto sulla salute delle donne ed hanno rappresentato la più comune indicazione per l’isterectomia in Inghilterra nel periodo 1993-1994.
Questo tipo di intervento ha costi elevati: le 72.362 isterectomie effettuate nel 1993-1994 sono costate, secondo le stime, 70 milioni di sterline.

Sebbene l’isterectomia sia la cura più certa per le donne con fibromi sintomatici e che non desiderano preservare la fertilità, un crescente numero di donne sta optando per un intervento in grado di conservare l’organo.

L’intervento chirurgico salva organo può essere eseguito per via vaginale, via laparoscopica o per via addominale, anche se tutti questi approcci sono associati ad un apprezzabile tasso di morbidità.

Le tecniche chirurgiche che preservano l’organo comprendono: la miomectomia, la resezione transcervicale del fibroma, l’embolizzazione dell’arteria uterina e l’ablazione laser guidata dalla risonanza magnetica per immagini ( MRI ).

L’isterectomia è associata ad un elevato tasso di soddisfazione ed è probabilmente in grado di alleviare problemi mestruali in quasi tutte le donne. ( Xagena2008 )

Elahi SM, Odejinmi F, J Obstet Gynaecol 2008; 28: 28-31


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