Alcuni studi prospettici hanno mostrato un’associazione inversa tra assunzione di pesce e rischi di ictus, ma non è stata esaminata la relazione tra assunzione di pesce e specifici sottotipi di ictus. Un totale di 79.839 donne sono state seguite per 14 anni.
Queste donne non presentavano all’inizio dello studio malattie cardiovascolari, tumore, storia di diabete ed ipercolesterolemia. Nel corso del follow-up si sono verificati 574 ictus, tra cui 119 emorragie subaracnoidee, 62 emorragie intraparenchimali, 303 ictus ischemici ( di cui 264 infarti trombotici e 39 embolici), e 90 ictus di tipo indeterminato. Tra gli infarti trombotici, 90 erano infarti occlusivi delle grandi arterie, e 142 infarti lacunari.
Le donne che mangiano pesce più volte al mese presentano un minor rischio di ictus. Il rischio relativo ( RR) multivariato, aggiustato per l’età, il fumo ed altri fattori di rischio cardiovascolare era dello 0,93 ( 95% CI, 0,65-1,34) per le donne che mangiavano il pesce da 1 a 3 volte al mese, 0,78 ( 95% CI, 0,55-1,12) una volta alla settimana, 0,73 ( 95% CI, 0,47-1,14) due o tre volte alla settimana, e 0,48 ( 95% CI , 0,21-1,06) cinque o più volte alla settimana. Tra i sottotipi di ictus, le donne che mangiavano due o più volte per settimana il pesce avevano una minore incidenza di infarto trombotico.
I dati indicano che una dieta a base di pesce e di acidi grassi poliinsaturi omega-3 è associata ad un ridotto rischio di infarto trombotico, soprattutto tra le donne che non assumono regolarmente l’Aspirina. Non c’è invece correlazione tra assunzione di pesce e rischio di ictus emorragico.
Iso Hiroyasu et al, JAMA 2001; 285: 304-312
( Xagena2001 )