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Cardiomiopatia peripartum


La cardiopatia peripartum è una rara forma di patologia, ad etiologia sconosciuta, caratterizzata da insufficienza cardiaca congestizia, che si sviluppa nella fase avanzata della gravidanza o nei primi 5 mesi dopo il parto.
Può presentarsi in donne di 18-41 anni d’età con maggiore incidenza dopo i 30 anni.
L’incidenza di questa malattia varia in base alla localizzazione geografica e presenta una frequenza che oscilla da 1:1500 a 1:15000 casi di gravidanze fisiologiche.
Negli stati Uniti, per es. la maggior incidenza di cardiopatia peripartum si ha nelle donne nere del Sud, mentre in Nigeria è quasi l’1%. La genesi della cardiomiopatia peripartum non è ancora nota. Tra i fattori di rischio possibili riscontriamo: gravidanza multipla, storia di pre-eclampsia, ipertensione arteriosa cronica, abuso di farmaci e cocaina, obesità, alcoolismo, fumo, storia familiare di cardiomiopatia peripartum, miocardite.

Le manifestazioni cliniche sono generalmente secondarie a sovraccarico di volume, ad elevata pressione di riempimento ventricolare e a ridotta gittata cardiaca: algie al petto, dispnea ( spesso notturna e parossistica ), tosse, astenia, cardiopalmo.
La malattia è diagnosticata attraverso un ecocardiogramma.
L’ospedalizzazione è richiesta per i sintomi acuti. Non esiste trattamento specifico, ma mirato alla riduzione della sintomatologia. A queste donne viene somministrata la digitale ed i diuretici per ridurre il carico cardiaco. Utile una dieta a basso contenuto salino ed il controllo giornaliero del peso.
L’incidenza di morte è alta, variando tra il 25 ed il 50% dei casi. Alcune pazienti restano in buon compenso sintomatologico per lunghi periodi, altre vanno incontro ad un deterioramento graduale, altre ancora ad uno sviluppo rapido della malattia.
La prognosi dipende dalla gravità della funzione ventricolare sinistra e non si esclude, in alcuni casi, il ricorso al trapianto cardiaco.




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