Di fronte al crescente numero di parti cesarei , un gruppo di Ricercatori svedesi ha condotto uno studio per valutare gli aspetti clinici della rottura uterina, incluso l’esito perinatale.
Lo studio retrospettivo ha riguardato 24.181 parti allo Stockholm South General Hospital tra il 1999 e il 2004.
Sono stati riscontrati 22 casi di rottura uterina, corrispondenti ad un’incidenza di 0,9 casi per 1.000 parti.
In tutti i casi le diagnosi sono state confermate dall’intervento di laparotomia.
In 19 casi su 22, la rottura uterina si è verificata nelle pazienti con preesistenti lesioni uterine e tra queste pazienti 18 hanno partorito a termine ed una alla 16.a settimana di gestazione.
Si è verificato un decesso fetale intrauterino.
Dei restanti 20 neonati, 9 hanno avuto un Apgar a 5 minuti minore o uguale a 7, uno è deceduto dopo 3 giorni, e uno ha mostrato sequele neurologiche nel corso del follow-up.
I rimanenti 18 neonati sono risultati sani al momento della dimissione e fino ad un anno di età.
In conclusione, l’unico e prevedibile fattore di rischio per la rottura dell’utero era una preesistente lesione uterina.
Nel lungo periodo, il rischio di sequele post-asfittiche per i neonati è stato relativamente basso. ( Xagena2007 )
Pettersson KW et al, Acta Obstet Gynecol Scand 2007; 86: 1337-1341
Gyne2007 Pedia2007